Gli Ortotteroidei rappresentano 6 importanti ordini di Insetti, con oltre 30.000 specie mondiali e oltre 443 specie in Italia, di cui 40 Blattoidei, 13 Mantidi, 353 Ortotteri, 6 Fasmidi, 25 Dermatteri, 6 Embiotteri (Ruffo & Stoch, 2005).

Fino ad anni recenti le conoscenze sugli Ortotteri italiani sono state frammentarie e disomogenee sul territorio nazionale, nonostante in passato abbiano operato alcuni ortotterologi di spicco, tra cui Felice Capra, Marcello La Greca, Baccio Baccetti, Antonio Galvagni e altri.

Dagli anni ’90 del secolo scorso lo studio degli Ortotteri italiani è stato facilitato dalla redazione della prima checklist commentata (Failla et al., 1995), dalla comparsa di guide al riconoscimento che hanno facilitato l’identificazione delle specie, soprattutto nel Nord-Ovest (Coray & Thorens, 2001) e nel Nord-Est (Fontana et al., 2002) del Paese. Nel 2005 è stata pubblicato un vero e proprio atlante nazionale, su maglia chilometrica di 10x10 km, che ha raccolto gran parte delle segnalazioni pubblicate e molti dati raccolti nelle principali collezioni Fontana et al., 2005). Infine nel 2012 è stato pubblicato il volume della Fauna d’Italia (Massa et al., 2012).

Si può pertanto affermare che le attuali conoscenze tassonomiche sull’ortotterofauna italiana sono al momento discrete, sia dal punto di vista tassonomico (sebbene ancora in anni recenti siano state descritte nuove specie per il territorio nazionale), che vi siano sufficienti strumenti per identificare correttamente gli esemplari raccolti, e che la distribuzione delle specie sia, nel suo complesso, discretamente delineata (pur con notevoli differenze tra regione e regione).

La relativa stabilità tassonomica, l’identificazione non troppo difficoltosa per la maggior parte delle specie, la facilità di campionamento, la presenza di endemiti e le conoscenze corologiche rendono gli Ortotteri un gruppo di insetti molto interessante da studiare in sé, sia come indicatori ambientali per alcune tipologie di habitat, soprattutto gli ambienti aperti (praterie, praterie arbustate) e di margine.

Il crescente interesse verso questo ordine di Insetti ha portato a condurre il presente studio, particolarmente interessante in quanto per la Riserva Naturale statale della Gola del Furlo era già disponibile uno studio precedente piuttosto approfondito (Esposito et al., 2007), condotto una decina di anni prima, con cui confrontare i risultati.

 

 
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