Il Furlo nella storia

Il Furlo è stato protagonista di tante vicende storiche e leggendarie.

Nei tempi più remoti il suo nome era Saxa Intercisa ovvero Pietra Spaccata o anche Sasso Rotto, in seguito prese la denominazione di Petra Pertusa cioè Pietra Forata. Il nome Furlo proviene da Forulum, Piccolo Foro volgarizzato poi in Forlo e quindi Furlo.Il popolo italico che per primo comprese l'importanza della viabilità nell'economia fu quello etrusco, che costruì la strada di collegamento tra Roma e Rimini, l’attuale Flaminia, chiamata così due secoli più tardi dal console Flaminio che la fece lastricare. La conquista del Furlo da parte dei Romani avvenne senza difficoltà nel 295 a.C., dopo aver sbaragliato la confederazione italica a Sentino (Sassoferrato). Il luogo divenne un passo molto transitato e Flavio Vespasiano vi fece scavare una nuova galleria (tuttora aperta al traffico), i cui lavori terminarono nel 76 dopo Cristo. La zona fu poi sede di conquista e battaglia tra Goti e Bizantini, che a turno la conquistarono e dominarono. Nel 1234, con la conquista di Urbino da parte di Buonconte da Montefeltro, il Furlo entrò a far parte del territorio dei Montefeltro e restò nelle tenebre. L'avvento dei Della Rovere non migliorò la situazione e, come ricordava il Cardinale Adriano, al seguito di Giulio II, il Furlo pullulava di banditi. Solo nel 1631, come il Ducato d'Urbino, fu incorporato nello Stato Pontificio. Le condizioni di difficoltà, per la caduta di massi, l’incuria e la presenza di malviventi, non si attenuarono e, nel 1771, le poste pontificie si videro costrette ad evitare la gola. Fu solo nel 1797 che i francesi, portarono al Furlo il vento della rivoluzione e pensarono di bonificare la gola insediandovi un comando militare. Il 17 settembre 1860 il Furlo passò ai Savoia e il 17 marzo 1861 entrò a far parte del regno d’Italia. Nel 1863 il passo fu liberato dalla presenza dei banditi e reso sicuro. La prima guerra mondiale non lo coinvolse, ma l’area fu apprezzata per i collegamenti tra Roma e il fronte, soprattutto dopo l’avvento delle automobili.
E proprio l'automobile fece conoscere ai dirigenti dell'U.N.E.S. di Milano il Furlo e li convinse dell’alta possibilità di guadagno con le acque del Candigliano.
Nel 1922 vi passò Mussolini, le cui soste lo portarono a contatto con l'albergatore Candiracci. Nel 1936 la milizia forestale volle immortalare l’immagine del Duce attraverso il famoso profilo nella montagna.
Durante la seconda guerra mondiale, il Furlo visse momenti di tensione, ma non fu teatro di feroci scontri. Gli anni settanta furono invece anni devastanti, soprattutto per il paesaggio, rovinato dall’attività delle cave.Negli anni ottanta sono state costruite due nuove gallerie di 3391 m. che da allora assorbono il traffico della Flaminia, restituendo la gola alla gioia dei suoi estimatori.

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