Il chiavicotto

Per migliorare e rendere più agibile il percorso della primitiva via attraverso questo passaggio aspro, venne creata lungo la via Flaminia una serie di opere in muratura, talvolta monumentali, quali tagli di pareti di roccia, ponti, sostruzioni, viadotti e chiavicotti. Molti di questi interventi, in parte nascosti dalla folta vegetazione o parzialmente interrati, sono ancora poco noti, inediti o individuati grazie a vecchi disegni settecenteschi e allo studio della documentazione d’archivio. Una di queste opere, per ora non nota dalle pubblicazioni, identificabile come un chiavicotto per il deflusso delle acque che dalla montagna sgorgavano verso la valle fluviale, è stata individuata al di sotto della sede stradale romana, circa 100 m più a est dall’ingresso orientale della galleria di Vespasiano. Il canale di drenaggio, lungo circa 7 m e largo 1.70 m, è realizzato con volta a botte, la cui parte superiore è tuttavia frutto di un rifacimento moderno. La struttura originaria del monumento si riconosce invece nella parte inferiore, in particolare nella parte della montagna a valle dove scaricano le acque, caratterizzata da un emiciclo a gradoni che consente un maggior sostegno della parete e facilita il deflusso delle acque. Numerosi chiavicotti del tutto simili a questo sono noti e documentati lungo la via Flaminia, come ad esempio nelle vicinanze quello a Foci di Cagli o quelli presso San Vincenzo al Furlo; essi presentano in genere analoghe caratteristiche tecniche e sembrano far parte di un progetto organico di monumentalizzazione della strada avviato da Augusto.

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